La mononucleosi infettiva è causata dal virus di Epstein-Barr (EBV), appartenente alla famiglia degli Herpes virus.
Si verifica solo raramente nella prima infanzia mentre ha la massima incidenza nell'adolescenza e negli adulti. I contatti intimi tra persone rappresentano la modalità di trasmissione del virus: è chiamata, infatti, "malattia del bacio" o "malattia dei college".
La contagiosità della mononucleosi, anche nell'ambito della famiglia, è di conseguenza scarsa. Il periodo di incubazione dura approssimativamente dai 30 ai 50 giorni nell'adulto e dai 10 ai 15 giorni nel bambino.
La malattia clinica si verifica in circa un terzo dei casi: in altre parole la maggioranza di coloro che sono venuti a contatto con il virus di Epstein-Barr non manifestano i sintomi clinici della mononucleosi che, particolarmente nel bambino, si esprime spesso come una malattia assolutamente banale e aspecifica. Di solito si ha un esordio graduale caratterizzato da malessere generale e febbre che raggiunge valori di 39°C.
Può comparire mal di gola che tende ad aggravarsi, determinando un ingrossamento del collo e la formazione di un essudato biancastro o grigiastro sulle tonsille e sulla faringe. Si verifica un ingrossamento dei linfonodi generalizzato, con interessamento in particolare dei linfonodi latero-cervicali. È tipico l'ingrandimento del fegato e della milza, solitamente dopo la prima settimana dalla comparsa dei sintomi.
È possibile la comparsa di un'eruzione cutanea di tipo morbilliforme, scarlattiniforme o petecchiale. Un'infezione secondaria della gola da streptococco beta-emolitico di gruppo A rappresenta la complicanza più comune. La terapia è solo sintomatica e prevede, oltre al riposo, l'uso di antipiretici, di anti-infiammatori e di collutori.
La mononucleosi infettiva di solito ha un decorso di 10-20 giorni. La prognosi è eccellente nella maggior parte dei casi. Non vengono consigliate particolari misure profilattiche; l'isolamento dei pazienti, per la scarsa diffusibilità del virus, non è necessario.