Il Rotavirus è la causa più comune di gastroenterite in età pediatrica, in particolare nei lattanti e nei bambini sotto i cinque anni. Si tratta di un virus diffuso ovunque nel mondo.
Il Rotavirus è capace di aderire alle cellule dell’intestino tenue e di produrre una tossina che le distrugge; ne risulta un ostacolo all’assorbimento di acqua, con perdita di liquidi e di elettroliti. In assenza di anticorpi, basta una piccola quantità di virus per stabilire l’infezione, che nei neonati e nei bambini più piccoli può essere grave.
Vie di trasmissione
Il virus si trasmette per via oro-fecale: viene cioè rilasciato in elevate quantità attraverso le feci di un soggetto infetto e l’ingresso nell’organismo avviene attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminato. L’eliminazione del virus in molti bambini può durare fino a dieci giorni (in alcuni casi fino a due mesi) dopo l’insorgenza dell’infezione.
Poiché il virus è stabilmente presente nell’ambiente, in qualche caso la diffusione può verificarsi da persona a persona tramite le mani o il contatto con superfici contaminate, specie in comunità affollate (come asili nidi, case di riposo, ecc.). Nel nostro Paese, il virus infetta soprattutto nel periodo invernale, tra novembre e marzo. L’aver già contratto l’infezione una volta non è sufficiente per dare un’immunità duratura; infezioni successive, tuttavia, tanto nell’infanzia quanto nell’età adulta, possono dare sintomi più leggeri.
Poiché il virus è stabilmente presente nell’ambiente, in qualche caso la diffusione può verificarsi da persona a persona tramite le mani o il contatto con superfici contaminate, specie in comunità affollate (come asili nidi, case di riposo, ecc.). Nel nostro Paese, il virus infetta soprattutto nel periodo invernale, tra novembre e marzo. L’aver già contratto l’infezione una volta non è sufficiente per dare un’immunità duratura; infezioni successive, tuttavia, tanto nell’infanzia quanto nell’età adulta, possono dare sintomi più leggeri.
Sintomi e complicanze
Nei bambini piccoli, la gastroenterite da rotavirus può provocare una grave forma di diarrea e vomito con disidratazione che in alcuni casi richiede il ricovero in ospedale.
Una volta entrato nell’organismo, il virus impiega circa due giorni (incubazione) prima di dare i sintomi: febbre da lieve-moderata ad alta, vomito e diarrea acquosa. La febbre e il vomito compaiono per primi, e in genere iniziano a diminuire a partire dal secondo giorno; in seguito si presenta la diarrea, che può prolungarsi per circa una settimana. Complessivamente, la malattia acuta dura in media 3-5 giorni
Quando l’infezione si manifesta come una forma di diarrea blanda, la malattia guarisce da sola e senza conseguenze.
Una volta entrato nell’organismo, il virus impiega circa due giorni (incubazione) prima di dare i sintomi: febbre da lieve-moderata ad alta, vomito e diarrea acquosa. La febbre e il vomito compaiono per primi, e in genere iniziano a diminuire a partire dal secondo giorno; in seguito si presenta la diarrea, che può prolungarsi per circa una settimana. Complessivamente, la malattia acuta dura in media 3-5 giorni
Quando l’infezione si manifesta come una forma di diarrea blanda, la malattia guarisce da sola e senza conseguenze.
Nel bambino più piccolo può progredire rapidamente dando gravi quadri di disidratazione che necessita di un adeguato trattamento medico con ricovero ospedaliero.
Ogni anno, nel mondo, la gastroenetrite da da rotavirus causa circa mezzo milione di decessi sotto i 5 anni; di questi, l’80% circa si verificano nei Paesi in via di sviluppo. Negli Stati Uniti, contesto assimilabile a quello italiano, le morti associate a rotavirus colpiscono soprattutto i bambini tra 4 e 23 mesi d’età: allo stato attuale, tuttavia, si stima che la vaccinazione potrebbe prevenire 8 decessi su 10 , e ridurre la severità della malattia.
Oltre alla mortalità, un problema rilevante legato all’infezione da rotavirus è l’impatto sanitario. In Danimarca , oltre un terzo dei ricoveri da GE nei bambini sotto i 5 anni è causato da questo virus.
In Italia la Gastroeneterite da Rotavirus è la principale causa di ricovero nei bambini prevalentemente sotto i cinque anni. Negli Stati Uniti, ogni anno l’infezione è responsabile di 410 mila visite mediche, 250-250 mila accessi al pronto soccorso e 55-70 mila ricoveri, con costi che globalmente raggiungono il miliardo di dollari. L’impatto tocca anche le famiglie: uno studio condotto nel biennio 2004-2005 in sette paesi europei, tra cui l’Italia, ha mostrato come, nel 40-90 per cento dei casi, l’infezione costringa un genitore ad assentarsi da lavoro per accudire il bambino.
Le poche strategie per limitarne la diffusione del rotavirus comprendono le norme igieniche (lavarsi le mani con sapone o detergenti, ecc.) e l’allattamento al seno (tramite acquisizione di anticorpi materni). Poiché non esiste una terapia antivirale per l’infezione da rotavirus (e, ovviamente, trattandosi di virus, gli antibiotici non servono),il vaccino rimane l’unico vero metodo preventivo attualmente a disposizione; sono infatti gli anticorpi, la cui produzione viene stimolata dal vaccino, il principale meccanismo di protezione contro l’infezione virale.
La vaccinazione diventa quindi una strategia importante per combattere l’infezione. Un recente studio compiuto su oltre 175 mila pazienti, ha mostrato che il vaccino ha un’efficacia, nel ridurre la comparsa di GE nella popolazione infantile, di circa il 75% quando i bambini sono vaccinati a un anno. In Belgio , una ricerca ha inoltre mostrato come, nei bambini da 2 a 24 mesi, la percentuale di infezioni da rotavirus sia diminuita di due terzi dopo il primo anno dall’introduzione del vaccino; la quota dei ricoveri per GE, invece, si è ridotta di un terzo. Negli Stati Uniti , nel periodo precedente all’introduzione del vaccino (2000-2006), si verificavano circa 100 ricoveri ogni 10 mila bambini, durante la stagione di attività del virus; grazie alla vaccinazione si è passati a 85 (nel 2007) e 55 (nel 2008) ricoveri ogni 10 mila bambini sotto i cinque anni. In Germania , secondo uno studio condotto sul biennio 2010-11, il vaccino si è mostrato efficace nel prevenire l’accesso all’ospedale: i soggetti vaccinati, ad esempio, venivano ricoverati solo nel 23% dei casi, contro il 61% dei soggetti non vaccinati.
tratto da : www. vaccinarsi .org (modificato)