Il diabete in età pediatrica
É una malattia cronica caratterizzata da un aumento dello zucchero nel sangue.
Che cosa è il diabete?
Si definisce diabete mellito una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia, aumento dello zucchero (glucosio) nel sangue.
Nei bambini la forma piú frequente é costituita dal diabete mellito di tipo I, in cui vi é una carenza assoluta di insulina, ormone (prodotto da alcune cellule del pancreas) necessario per mantenere normale il livello di glicemia.
Esistono altre forme di diabete che, in misura minore, possono interessare l’etá pediatrica:
- il diabete mellito di tipo II, che, tipico dell’età adulta, presenta un’incidenza in aumento anche nei bambini;
- il MODY (Maturity Onset Diabetes of the Young), forma genetica – familiare;
- il diabete secondario ad altre patologie (fibrosi cistica, malattie endocrinologiche, etc.) o legato all’assunzione di terapia cortisonica cronica.
Quanto è frequente il diabete di tipo I?
Sebbene sia la forma più frequente nei bambini, in generale il diabete mellito di tipo I non è molto frequente(incidenza annua media nell’Italia non insulare di 8.1/100.000/anno) e si presenta con maggior frequenza nelle femmine (rapporto 1.5). In Sardegna, però, l’incidenza annua di diabete di tipo I é circa 4-5 volte piú elevata. Quale è la causa del diabete di tipo I?
La causa del diabete di tipo I non è ancora nota (si fanno solo ipotesi su cause genetiche e/o cause ambientali).
È invece noto il meccanismo specifico che porta alla carenza di insulina: si tratta di un processo di “autodistruzione” delle cellule pancreatiche che producono insulina.
In particolare, alcune cellule del sistema immunitario (i linfociti) iniziano ad aggredire (così come fanno normalmente contro i virus e i batteri che causano le comuni malattie infettive) alcune cellule del pancreas (solo quelle che producono insulina) fino a distruggerle completamente.
Di conseguenza, vengono prodotti nel sangue alcuni autoanticorpi, anticorpi diretti contro particelle specifiche del proprio organismo, che sono importanti indicatori di malattia o “pre-malattia”. Per tali motivi il diabete mellito di tipo I viene classificato tra le patologie cosiddette “autoimmuni”.
La carenza assoluta di insulina è incompatibile con la vita: una diagnosi precoce ed un trattamento insulinico tempestivo sono di notevole importanza.
I sintomi principali di allarme che necessitano di una consultazione medica sono:
- la poliuria (aumento della quantità di urine con aumento della frequenza delle minzioni)
- la polidipsia (sete eccessiva con aumento dell’assunzione di liquidi);
- la polifagia (fame eccessiva con aumento dell’assunzione di cibo);
- il dimagrimento;
- i dolori addominali non riconducibili ad altre patologie.
Nei casi più gravi può essere presente uno stato confusionale, l’alterazione di alcune funzioni mentali, fino al coma (coma chetoacidosico).
Quali sono i rischi?
Superata la fase critica ed acuta dell’inizio della malattia ed impostata una corretta terapia insulinica, il bambino affetto da diabete di tipo I puó continuare senza problemi tutte le attivitá tipiche della sua etá, senza alcuna particolare limitazione, fatta eccezione per l’assunzione smisurata di dolci.
È necessario mantenere buoni livelli di glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue) poiché una glicemia elevata per lunghi periodi (iperglicemia cronica), dovuta ad un diabete mal controllato, puó causare dei danni più o meno reversibili a carico dei piccoli vasi sanguigni, soprattutto in alcuni distretti dell’organismo (in particolare la retina, il rene, il sistema nervoso).
Vengono così a determinarsi quelle che si chiamano “complicanze microvascolari del diabete di tipo I”, malattie importanti che danneggiano l’occhio (retinopatia diabetica), il rene (nefropatia diabetica) ed il sistema nervoso (neuropatia diabetica).
Mantenendo un buon controllo delle glicemie ed aiutando i piccoli pazienti e le famiglie a gestire anche autonomamente la malattia, queste complicanze possono essere prevenute e/o rallentate.
Cosa fare e quali accertamenti eseguire?
Un genitore che individui nel proprio bambino i sintomi sopra citati (aumento della sete, aumento della quantità delle urine, aumento della fame, etc.) deve rivolgersi al proprio pediatra di famiglia.
Nei casi piú gravi(statoconfusionale estrema disidratazone) è bene rivolgersi direttamente al Pronto Soccorso.
La diagnosi ( nella sua forma più classica ) può essere semplice, essendo inizialmente sufficiente la valutazione della glicemia o dello stick urinario per valutare la presenza di glucosio nelle urine , altre volte può richiedere un pò più di tempo .
Per confermare ed approfondire la diagnosi possono essere utili altri esami piú specialistici (Autoimmunitá pancreatica, Peptide C, Emogasanalisi, etc.).
È assolutamente necessario effettuare la terapia il piú tempestivamente e correttamente possibile.
La terapia farmacologica del diabete di tipo I é l’insulina.
Questa deve essere somministrata piú volte al giorno (in genere 3 o 4) mediante una iniezione sottocutanea (attualmente si usano dispositivi iniettori a “penna” molto pratici e semplici da utilizzare); esiste anche un’altra modalitá di somministrazione dell’insulina mediante una pompa di infusione continua (microinfusore) che infonde nel tessuto sottocutaneo insulina 24 ore su 24. La quantità di insulina che bisogna somministrare puó variare in base alle attivitá del bambino ed anche in relazione all’etá.
Ad oggi non esistono per questo tipo di diabete altre terapie oltre a quella insulinica.
Sono disponibili diversi tipi di insulina (ultrarapida, rapida, intermedia, lenta) da somministrare in diversi momenti della giornata.
Altri cardini terapeutici si basano su:
- l’educazione alla gestione autonoma della malattia e all’autocontrollo delle glicemie a domicilio;
- la pratica di una attività fisica regolare;
- una regolare ed equilibrata alimentazione.
La terapia insulinica deve avere come obiettivo primario quello di ristabilire un soddisfacente equilibrio glicemico, vale a dire di riportare e mantenere le glicemie il piú possibile in un ambito di normalità.
L’educazione alla gestione autonoma del diabete da parte delle famiglie dei bambini affetti si pone, invece, l’obiettivo principale di migliorare sensibilmente la qualità di vita.
da www.ospedalebambinogesu modificato