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La pipì a letto (enuresi)

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La pipì a letto..... (Enuresi)

 


 

 

Dottore  mia figlia ha ormai  8 anni ma  continua a bagnare il letto di notte ...dottore mio figlio  si fa ancora la pipì addosso ed ha 7 anni ed è molto in imbarazzota quando deve dormire da qualche amichetto.........dobbiamo fare degli esamini non si può andare avanti  così......


La perdita involontaria di urina è un fatto solitamente normale nel bambino piccolo, che non ha ancora imparato a controllare gli sfinteri (i muscoli che permettono di trattenere le urine e le feci). Dopo una certa età, diciamo 7-8 anni, il disturbo si definisce "enuresi", distinguendo poi fra enuresi "notturna" e "diurna" a seconda se è limitato alla notte o prosegue anche durante il giorno.

Un'altra distinzione si fa fra enuresi "primaria", in cui il controllo non è mai stato acquisito, ed enuresi "secondaria", in cui il bambino che aveva già imparato a tenere la pipì ricomincia a bagnarsi (questa seconda evenienza è spesso legata a stress emotivi o malattie e si risolve più rapidamente).

Si tratta di una situazione frequente (il 7% dei bambini di 8 anni e il 3% dei ragazzi di 12 soffre di enuresi), che spesso ha radici familiari (chiedete ai nonni se anche voi da piccoli...) e che genera un crescente disagio nella famiglia e nel bambino, il quale può sviluppare sensi di colpa o di inferiorità.  

                                                         enuresi

Le cose utili da fare sono: parlarne con con il Pediatra curante per escludere l'eventuale  presenza di disturbi associati: infezioni delle vie urinarie o diabete insipido  ( spesso basta solo un semplice esame delle urine), incontinenza diurna (slip bagnati, saltelli e altre manovre di sostegno), anomalie genitali o urinarie; valutare in via preliminare il numero di "notti bagnate" in un mese (che serve poi per misurare i progressi); prendere alcune semplici misure di igiene, come limitare l'assunzione di liquidi soprattutto alla sera e svuotare bene la vescica prima di andare a letto 

                                                                            enuresi2

(non serve invece svegliarsi apposta di notte: genera uno stress insopportabile e spesso non evita il problema);  mantenere un atteggiamento rassicurante ma onesto, non negando il problema: spiegare che alcuni bambini, normalmente, imparano a risolverlo più tardi di altri e che comunque la soluzione è alla sua portata o lo sarà crescendo; stabilire  sempre un clima "positivo", in cui non si rimprovera per gli insuccessi ma si loda e si premia per i successi; rinviare qualsiasi intervento terapeutico a quando sarà più grande (diciamo 8-10 anni) o comunque al momento in cui sarà la bambina a volersi fare carico del problema (qualsiasi approccio prematuro genera infatti una frustrazione deleteria e comunque è destinato a fallire se la bambina non collabora, rifiuta il problema o vuole "fare la piccola")

Quando si decide di iniziare ad affrontare il problema (il momento giusto lo valuterete insieme al Pediatra), si può ricorrere ad un mix di strumenti: approccio psicologico premiante-coinvolgente (fare leva sull'impegno della bambina, magari con un sistema di premi se raggiunge gli obiettivi di "x notti asciutte"); ginnastica vescicale: abituare con appositi esercizi a trattenere le urine durante il giorno ( per cui la vescica si"abitua" gradualmente a tenere maggiori quantità di urina); farmaci che riducono la produzione di urina durante la notte (sono utili soprattutto come avvio, perchè danno risultati incoraggianti, ma spesso  il problema si  ripresenta alla sospensione della terapia ); apparecchi che danno l'allarme, suonando alla prima goccia di pipì nel pigiama sulla cui  utilità non esiste un consenso unanime .

 

 

 

da:www.mammaepapa.it   modificato


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Ultimo aggiornamento Lunedì 04 Marzo 2019 10:38

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