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La Celiachia

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La celiachia    

 

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Che cos’è la celiachia?

 
La celiachia o enteropatia glutine-dipendente è una condizione di permanente intolleranza al glutine

Il glutine è una proteina contenuta nel grano, orzo segale ed avena.  

L’ingestione di tale proteina in soggetti geneticamente predisposti determina la comparsa della malattia caratterizzata da un danno a livello della mucosa dell’intestino prossimale di entità variabile dipendente anche, ma non solo, dalla durata dell’esposizione alla proteina “tossica”.
 

 

Quanto è frequente il problema?  

Ha una frequenza nella popolazione intiorno  a 1:100 abitanti.

Come si manifesta?
Può avere un ampio spettro di presentazioni cliniche collegato spesso all’età di insorgenza della malattia. 

La forma classica si presenta tra i 6 e i 20 mesi di vita con diarrea cronica, feci semiliquide e maleodoranti, distensione addominale.

Il bambino ha di solito una crescita normale nei primi mesi di vita; a distanza di qualche settimana o mese dall’introduzione del glutine nella dieta (prime pastine, semolino, biscotti), comincia a presentare arresto della crescita o calo di peso. 

Il bambino appare magro, pallido con masse muscolari ridotte, addome globoso e manifesta spesso irritazione. 

In alcuni casi invece di presentare diarrea ci può essere una stitichezza intrattabile. Talora, seppur raramente, la malattia viene diagnosticata per l’insorgenza di una “crisi celiaca” caratterizzata da diarrea profusa, disidratazione e shock, a volte scatenata da un episodio infettivo intercorrente.

Sono presenti alcune forme cosiddette “atipiche” soprattutto nei bambini più grandi o nell’adulto. 

Esse sono caratterizzate prevalentemente da sintomi extraintestinali, in assenza in particolare di diarrea. 

Tali sintomi sono principalmente: bassa statura, anemia da carenza di ferro e/o acido folico, rachitismo, osteomalacia, osteoporosi, ipoplasia dello smalto dentario, artrite ed artralgia, ipertransaminasemia, afte orali recidivanti. 

In alcuni casi la celiachia può essere associata ad altre patologie come il diabete mellito insulino-dipendente e la dermatite erpetiforme che, molto probabilmente, è una manifestazione associata alla celiachia, se non una manifestazione della celiachia stessa. 

La celiachia è inoltre più  frequente in pazienti affetti daalcuni  sindromi : Sindrome di Down, Sindrome di Williams e Sindrome di Turner.

Esistono anche forme di celiachia cosiddetta silente, caratterizzata da assenza di sintomi ma in presenza del tipico danno intestinale. Questo tipo di celiachia si può riscontrare soprattutto nei familiari di primo grado dei pazienti celiaci.
                                 

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Come si diagnostica?
Nel sospetto di malattia celiaca la prima indagine da effettuarsi è un prelievo di sangue per il dosaggio degli anticorpi anti-transglutaminasi ( associato al dosaggio  delle Immunoglobuline A) associato, in caso di  positività,  dal dosaggio  degli anticorpi  antiendomisio

In caso di positività degli anticorpi anti-endomisio e/o anti-transglutaminasi in base al dosaggo(  al titolo)   alla clinica, alla  eventuale familiarità, potrà essere posta la diagnosi  di  celiachia se permangono  "dubbi" sarà necessario eseguire una EsofagoGastroDuodenoScopia una biopsia digiunale

La procedura è rapida, indolore e, per limitare i disagi, viene effettuata una sedazione al paziente. 

La biopsia viene considerata positiva per celiachia quando mostra una atrofia totale o parziale della mucosa intestinale. 
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È importante che il prelievo di sangue e la biopsia siano eseguiti quando il bambino assume ancora il glutine. 

L’assunzione di alimenti contenenti glutine non deve essere interrotta prima che una diagnosi di certezza (che si effettua con la biopsia) venga eseguita.

Sono necessari successivi controlli?
Il paziente dovrà effettuare controlli periodici, il primo dei quali circa tre mesi dopo l’inizio della dieta e successivamente ogni sei/dodici mesi.

Durante tali controlli deve essere effettuato un prelievo di sangue per valutare l’andamento dei valori degli anticorpi anti-endomisio ed anti-transglutaminasi. 

I valori in genere si normalizzano entro 6 mesi dall’inizio della dieta priva di glutine. 

Non è necessario eseguire una nuova biopsia digiunale: sarà ripetuta solo nel caso in cui la risposta clinica alla dieta (scomparsa dei sintomi) non sia stata soddisfacente o nei pazienti affetti da celiachia silente. 

Anche la riesposizione al glutine non risulta per lo più necessaria. 

Viene raccomandata solo nei casi in cui la diagnosi iniziale risulti equivoca o nei pazienti diagnosticati prima dei due anni di vita in quanto, a quest’età, sono possibili altre condizioni cliniche che provocano alterazioni simili della mucosa intestinale.

 Come si cura?                             

Una volta confermata la diagnosi il trattamento consiste nell’effettuare una rigorosa dieta priva di glutine per tutta la vita

Tutti gli alimenti contenenti grano (frumento), segale, orzo e avena devono essere esclusi dalla dieta.

È da ricordare che piccole quantità di glutine sono presenti in alcuni farmaci e nell’Ostia per la Comunione. Anche piccole quantità di glutine possono provocare un danno a livello della mucosa intestinale: inizialmente possono non comparire sintomi evidenti che tendono però ad evidenziarsi dopo molto tempo di dieta non corretta. 
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Per tale motivo in tutti i pazienti in cui la diagnosi di celiachia sia stata correttamente effettuata, l’esclusione del glutine dalla dieta deve essere assoluta e per tutta la vita. 

Ciò è importante non solo per evitare i rischi di tale malattia associati al malassorbimento intestinale ma anche perché alcuni studi hanno documentato una maggiore incidenza di alcuni tumori (linfomi intestinali) in pazienti celiaci che non effettuavano la dieta. 

Il paziente celiaco che segue correttamente la dieta è da considerarsi normale a tutti gli effetti.

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L’industria dietetica viene incontro ai soggetti affetti da celiachia producendo una serie di alimenti privi di glutine. Il paziente ha diritto ad un quantitativo mensile di tali alimenti, in forma gratuita, presentando alla ASL di appartenenza una certificazione di un Centro accreditato attestante che il paziente è affetto da celiachia biopticamente accertata.

associazione italiana celiachia : www.celiachia.it (Modificato)

  tratto da : www.ospedalebambinogesu.it   Dr.ssa D.Knafelz    modificato  


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Ultimo aggiornamento Lunedì 30 Novembre 2015 08:22

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